“La Scoperta dell’America – Duo in musica e in racconto “
Testo di Cesare Pascarella con Andrea Cota e Valerio Malorni
La Storia nulla lasciò a Colombo della sua scoperta, fuorché monumenti, dopo la sua morte. La Scoperta dell’America è la storia della tigna che occorre a tutti noi, affamati navigatori della terraferma, per poterci alzare dal letto ogni mattina, con il sogno di poter camminare, ogni giorno, un poco più lontano.
“Nun ce se pensa e stamo a fa baldoria
nun ce se pensa e stamo all’osteria;
ma invece stamo tutti ne la storia.”
Pascarella, con l’ironia e la chiarezza propria del dialetto romanesco, ci racconta la caparbietà di un uomo che, siccome la gente ce rideva, ha lottato per raggiungere ciò in cui credeva contro tutto e tutti: E più lui s’ammazzava pe’ scoprilla \ E più quell’antri je la ricopriveno. Al centro della narrazione c’è la convinzione che in ogni momento della nostra vita possiamo scorgere l’orizzonte di fronte a noi nella sua grannezza e, sembra dire il poeta, confidandosi, possiamo scegliere di vivere il desiderio insaziabile e l’intima determinazione di andare a largo per raggiungerlo, o meglio, per sognare di raggiungerlo. Che lì pòi cammina quanto te pare: \ Più cammini e più trovi l’infinito, \ Più giri, e più ricaschi in arto mare.
Il testo di fine Ottocento di Cesare Pascarella ci invita con gioia a riflettere sulla musica che perdiamo in noi ogni qual volta scopriamo qualcosa che non ci appartiene e subito pretendiamo conquistare. Le sue parole schiette ci esortano a considerare, rispettare e amare i limiti del nostro agire e i confini tra gli individui, perché solo così ciascuno può forse custodire il fuoco che gli dà vita. Lui perchè la scoprì? Perché era lui.
Quel che ci conquista di quest’opera è l’incitamento verso l’ignoto, la tenacia di un navigatore: Ma pensa, quer che deve avé sofferto \ Quell’omo immasimato in quer pensiero.
Incontro ai Teatri Csa La Torre
inteatri@csalatorre.net