in-teatri DIARIO DI FABBRICA


MARTEDI 27 MARZO

dalle ore 20.00
Book-Cycle Teatrale / Apericena Teatrale

ORE 21.00 SPETTACOLO

INGRESSO LIBERO

DIARIO DI FABBRICA

liberamente ispirato a “ La condizione operaia” di Simone Weil
con: Ermelinda Bonifacio – drammaturgia: Rosamaria Vaccaro
regia: Daniele Bernardi  – musiche: Alessandro Sgarito
Raccontare il mondo della fabbrica, un’umanità mortificata dal lavoro e dalle sue spietate logiche, con tutta la leggerezza e la gioia di una giovane donna, Simone Weil. Intellettuale e filosofa, nel 1934 decise di impiegarsi come operaia per constatarne la reale condizione di vita. Per lavorare in fabbrica bisogna bloccare il corso dei pensieri per dar modo al corpo di farsi macchina. Il corpo per salvaguardarsi deve procedere, quindi, senza rincorrere il pensiero. Il “non pensare” significa oggi eliminare drammaticamente la categoria del futuro, non volgere più lo sguardo in quella direzione. Si eliminano tutte le aspettative che riguardano il domani affidandosi a una routine meccanica.

Rappresentato dal giugno 2009:
– Festival di teatro indipendente FUORI DAL COMUNE(Roma);
– Casa delle Culture(Roma);
– Libreria “Libri Necessari”(Roma);
– Teatro Bobur (Roma);
– Museo Storico della Liberazione, Via Tasso (Roma)
“La notte delle donne 2010 – Resistenze” a cura di Esplor/Azioni;
– Casa Internazionale delle donne (Roma)
“Simone Weil, bellezza, sventura, amore di Dio”, iniziativa promossa da Comune di Roma – Assessorato alle Politiche Culturali con la Provincia di Roma Assessorato alle Politiche Culturali e la Commissione delle Elette, il Dipartimento Pari Opportunità – Presidenza Consiglio dei Ministri, l’Ambasciata di Francia, l’ Università di Roma Tre, il Centro culturale Aracoeli e il contributo dell’Assessorato Politiche Educative e Scolastiche, della Gioventù e della Famiglia del Comune di Roma.
Presentazione dello spettacolo
Raccontare il mondo della fabbrica, un’umanità mortificata dal lavoro e dalle sue spietate logiche, con tutta la leggerezza e la gioia di una giovane donna: Simone Weil. Una sorta di cabaret politico.
Per lavorare in fabbrica bisogna bloccare il corso dei pensieri per dar modo al corpo di farsi macchina, di essere strumento all’opera della produzione. Il corpo per salvaguardarsi deve procedere, quindi, senza rincorrere il pensiero. Tutt’oggi molti lavoratori, anche al di fuori della fabbrica, si trovano nella necessità di non pensare per poter vivere la loro condizione attuale al meglio, per poterla sostenere. Il “non pensare” significa oggi eliminare drammaticamente la categoria del futuro, non volgere più lo sguardo in quella direzione. Si eliminano tutte le aspettative che riguardano il domani affidandosi a una routine meccanica che porta a svegliarsi al mattino, prendere la metropolitana, recarsi al posto di lavoro, eseguire i compiti con dedizione e precisione, come automi.
Constatare la reale condizione di vita operaia, immergersi in quella realtà di abbrutimento intellettuale e fisico spinge un’intellettuale, Simone Weil, nel 1934, a impiegarsi come operaia presso le officine della società elettrica Alsthom (Parigi). Simone è lì per svolgere una ricerca sperimentale e personale sull’oppressione sociale. Ricerca dolorosa ma al contempo segnata da inaspettati e rari momenti di felicità dovuti al sentirsi parte di una comunità. D’altronde è proprio con un sentimento di “profonda gioia” che Simone intraprende il suo lavoro in fabbrica:
“Il mio sogno da circa dieci anni. Forse lei può capire quello che mi aspetto da una simile esperienza[…]. E’ difficile a spiegarsi in una lettera. Questo posso dire: il solo pensarci mi procura una profonda gioia.”
Simone Weil, La condizione operaia
Sinossi
La piéce teatrale ricostruisce una giornata di lavoro in fabbrica di Simon Weil. Una sorta di diario in cui lo spettatore può leggere le considerazioni, tuttora attuali, della Weil sul lavoro e sui lavoratori; percorrere i rapporti di solidarietà che la filosofa intesse con gli operai e quelli talvolta difficili con il caporeparto; osservare il complesso rapporto con il macchinario, avvertito come duro e freddo, respingente.
Simone è la sola che ha un corpo e una voce nella rappresentazione, gli operai e il caporeparto sono ombre senza parola. Tutto l’universo della fabbrica, timbrando il cartellino, ha tolto i panni dell’umano e si è fatto ombra per sopravvivere: può essere molto rischioso, nel concreto, lasciarsi distrarre dalle riflessioni.
Testo
Scritto da Rosamaria Vaccaro, il testo su cui si basa il progetto è frutto di un lungo e accorato lavoro di ricerca attorno ad una figura enigmatica e fondante del nostro secolo: Simone Weil.
Rosamaria Vaccaro si dedica al periodo biografico di prima rottura col quotidiano che la Weil vive all’età di 25 anni, da cui la produzione letterario-filosofica, pubblicata postuma, che ha rappresentato il fertile terreno per la nascita del testo del presente progetto.
Nasce così un lavoro drammaturgico che sceglie di “raccontare” la Weil ricostruendo una giornata di lavoro in fabbrica, scandita dagli orari, le mansioni, gli incontri e i ricordi, le riflessioni.
Una sorta di diario.
Un diario in cui lo spettatore può leggere le considerazioni, tuttora attuali, della Weil sul lavoro e sui lavoratori; percorrere i rapporti di solidarietà che la filosofa intesse con gli operai e quelli talvolta difficili con il caporeparto; osservare il complesso rapporto con il macchinario, avvertito come duro e freddo, respingente.
Fondante la tematica del potere e della subalternità, in questo lavoro emerge un’umanità ricca e variegata, palpabile e vicina. Ed è la stessa umanità analizzata da James Taylor ed Henry Ford che la Weil sceglie di incontrare, mescolandosi ad essa sino a confondersi e perdersi.
Il testo è stato ultimato nel gennaio 2008.
Sviluppo
Nei mesi successivi, grazie all’entusiasmo e alla preziosa  collaborazione del musicista Alessandro Sgarito e del regista Daniele Bernardi si è passati alla progettualità di una messinscena che ha avuto un primo esito nel giugno 2009 alla seconda edizione del Festival di teatro indipendente FUORI DAL COMUNE, a Roma. Sono seguite repliche sempre nel territorio laziale, tra cui la partecipazione all’iniziativa del Comune di Roma “Simone Weil, bellezza, sventura, amore di Dio” e la quarta edizione de “La notte delle donne – Resistenze” a cura dell’associazione culturale Esplor/Azioni diretta da Gioia Costa.