LA REPUBBLICA
I giorni caldi del centro sociale.
Un corteo pacifico ed estroverso, una marcia di due chilometri lungo la Nomentana per contestare la chiusura del centro sociale “La Torre”, a Talenti. Ha protestato così il popolo degli «spazi autogestiti», che ieri pomeriggio si è dato appuntamento a piazza Sempione. Tre mila persone hanno camminato fino a piazzale Rousseau, dove, dopo le 21, si è svolto il concerto del gruppo rock «Assalti frontali».
Un solo incidente intorno alle l9.3O all’angolo tra la Nomentana e via Graf. Qui, il corteo è inciampato in venti-trenta giovani di destra. Un petardo, qualche insulto, poi una breve scazzottata, subito sedata dalla polizia.
Talenti, il giorno dopo la guerriglia tra forze dell’ordine e i Ragazzi dei Centri, è un quartiere blindato, sorvegliato in ogni angolo. Ieri è sceso in campo ancora una volta Giancarlo Amato, il sostituto procuratore presso la Pretura, che ha firmato l’ordinanza di sgombero e il sequestro dello stabile di via Rousseau. «E in corso un’inchiesta per capire come siano andate le cose martedì -ha detto ai cronisti- il sequestro era necessario perché il tetto era pericolante». Dichiarazioni in contrasto con le perizie dei tecnici del Comune, affermazioni in rotta di collisione con la linea morbida del Campidoglio che ieri, per bocca del capo di Gabinetto Pietro Barrera, condannava «una condotta tendente a creare tensioni e rancori». «È una via sbagliata ed inaccettabile – ha tuonato Barrera – quella di chi rompe i sigilli o cerca prove di forza».
Sulle sorti del centro sociale “La Torre” il quartiere è spaccato in due. Nel giardino della villa che fu del gerarca fascista Farinacci, c’erano ancora i segni della battaglia di martedì. Sei ore di guerriglia, la Nomentana paralizzata per tutto il pomeriggio, cassonetti bruiciati, bottiglie e vetri ovunque.
Polizia nel mrino dei giovani del centro, ma anche bacchettate al Comune: «Rutelli come For- mentini, doppio gioco stessi “Fini” era scritto su uno striscione. «Il sindaco ha sbagliato -ha detto Rocco, dei coordinamento dei centri sociali – ieri non si è pre- sentato davanti alla “Torre ». Il bollettino di guerra di mar tedi parlava di due feriti, Laura e Sonia,investite in via Kantd a una volante che ha imboccato una curva in retromarcia. Quartiere diviso, Campidoglio spaccato a metà sul comportamento della polizia. Dai banchi dell’opposizione sono arrivate accuse pesanti, per bocca di Fabio Rampelli (AN) che ha dato mandato ai suoi avvocati di denunciare il sindaco Rutelli per istigazione alla violenza.
Oggi sarà un’altra giornata calda, i centri torneranno in Campidoglio.
IL MANIFESTO
Una sfilata per la torre. Dopo le cariche di martedi, i centri sociali sfilano in corteo a Montesacro.
Non è un corteo festoso quello che attraversa Talenti. E non può essere diversamente, vista l’aria che tira nei confronti del centri sociali romani. Il giorno dopo l’assalto della polizia a «La torre» è teso, confuso: la questura, che l’altro ieri si è esibita alla grande mettendo sottosopra un intero quartiere e ferendo due ragazze (una delle quali ha riportato la rottura del femore), sembra aver fatto un passo indietro, ma non di tanto. Sul cielo di Montesacro sin dal prinio pomeriggio ronzano gli elicotteri della polizia; mentre i blindati dei carabinierl presidiano più punti della Nomentana. Sembra tutto incomprensibile. Come incomprensibile è stata del resto la carica del1′ altro ieri.
Tornano a farsi sentire anche gli ex picchiatori del Fronte della Gioventù, oggi missionari delle Opere Pie per conto di An. Ai consiglieri comunali del partito di Fini, la delibera del comune che riconosce i centri sociali non è mai andata giù, e ieri, forti della decisione del magistrato Giancarlo Amato di sgomberare di nuovo «La torre», sono tornati alla carica: attaccano il sindaco e chiedono «ordine».
Il Campidoglio, dopo l’ennesimo smacco del magistrato, appare in difficoltà e fa anch’esso un passo indietro: l’assessore al patrimonio Canale, pur ribadendo le critiche all’«ingiustificato intervento della polizia», precisa che «La torre» non è stato an cora assegnato a nessuno, che la richiesta fatta dagli òccupanti deve essere ancora esaminata. Ma la posizione del Campidoglio. forse, si capirà meglio solo oggi pomeriggio. I centri sociali hanno infatti chiesto un incontro al sindaco e indetto contemperaneameute un sit-in al comune.
Maggior chiarezza e decisione alla giunta la sollecita lo stesso presidente (della commissiome affari sociali del comune, il pds Bartolucci, che sollecita l’intervento diretto del sindaco sulla vicenda de «La torre», per «recuperare, dice una situazione deteriorata che può mandare in frantumi il lavoro, fortemente innovativo, messo in campo finora.
Ma torniamo al corteo. Parte da piazza Senipione intorno alle 18, non è numerosissimo, ci sono due, tremIla persone, ma è deciso. Gli slogan sono tutti contro la polizia, ma anche «contro ì’ambiguità del comune». L’apertura è affidata a uno striscione che riecheggia un vecchio slogan dei centri sociali, mai così attuale. «Chiediamo spazi ci danno polizia è questa la loro democrazia». Seguono quelli dei singoli centri, dell’Hal Visto Quinto?, del Forte Prenestino, de la Strada; poi ci sono gli striscioni dell’associazione «Senza Confine», delle donne, di Radio Città Futura, che manda in diretta il corteo. E sono proprio i re-riattori dell’emittente romana che si domandano: «Ma chi ccomanda a Roma?». A solidarizzare con La Torre c’è anche la federazione romana di Rifondazione comunista al completo, con in testa la segretaria Patrizia Sentinelli, i consiglieri regionali Salvatore Bonadonna e Francesco Babusci; il verde Paolo Cento, il senatore progressista Luigi Manconi.
Il corteo fila liscio lungo la via Nomentana, la gente al lati a tratti lo saluta e lo inceraggia. Un attimo di tensione si verifica in via Ugo Oietti, poca prima di arrivare in via Rousseau, dove ha sede il centro sociale; alcuni fascistelli si intromettono nel corteo con frasi provecatorie ma vengono subito allontanati. La manifestazione riprende più tranquilla fino al piazzale antistante «La torre», dove si conclude a tarda sera con un concerto degli Assalti Frontali e degli AK47.
Il centro appare irriconoscibile: dentro e fuori ci sono ancora i resti della battaglia di martedì. Proprio qui nel primo pomeriggio si erano fronteggiati gruppi di abitanti dei palazzi vicini: da una parte il comitato delle mamme dei ragazzi de «La torre», dall’altra gli aderenti ad una fantomatica associazione che odia la presenza del centro sociale.
Sono loro i firmatari dei vari esposti alla magistratura: «Basta con le bandiere rosse; basta coi concerti, vogliamo riposare gridano difendendo la cariche della polizia dell’altro ieri.