CONTRO OGNI CARCERE – GIORNO DOPO GIORNO
31 DICEMBRE: TUTTI E TUTTE SOTTO REBIBBIA
{mosimage}
La mattina del 31 dicembre saremo dalle 11 alle 15 sotto il carcere di Rebibbia
(via Bartolo Longo angolo via Majetti)
Le condizioni interne alle carceri italiane peggiorano anno dopo anno e – se è possibile – ancora peggiore sarà la situazione che si verrà a creare in seguito all’attuazione della legge ex-Cirielli, approvata dal Palamento a fine novembre.
La già drammatica condizione in cui versano i detenuti e le detenute nelle carceri italiane,
giunte ad un livello di sovraffollamento mai riscontrato nella storia italiana, è destinata a diventare esplosiva se consideriamo le previsioni che da più parti si fanno: un incremento di 20.000 detenuti e detenute. Oltre a questo, questa legge accentua il carattere classista del carcere, assicurando una relativa impunità per alcuni reati e prolungando la carcerazione per i recidivi (coloro che compiono lo stesso reato più di una volta) della cosiddetta microcriminalità.
Per tutto questo, ma anche perché crediamo che un altro mondo possibile dev’essere un mondo senza galere, per il quarto anno torniamo l’ultimo giorno dell’anno sotto il carcere di Rebibbia a Roma.
Saremo lì per per esprimere la nostra solidarietà a coloro che sono private e praivati della propria libertà; per stare vicino a chi lotta nelle condizioni più difficili; per trascorrere la fine dell’anno a fianco dei detenuti e delle detenute e rafforzare la comunicazione oltre le mura e le sbarre.
Ci rivolgiamo a coloro che odiano il carcere, che abbiamo incontrato gli scorsi anni sotto Rebibbia; a tutte le componenti del movimento; a chi vorrà rendere, in ogni parte del paese, in ogni città grande o piccola (perché le galere sono dappertutto…), la giornata del 31 dicembre una giornata contro il carcere, giorno dopo giorno…
Già in alcune città italiane si stanno organizzando iniziative per questa giornata. Cerchiamo di costruire reti di comunicazione e di confronto per dare più voce alle tante iniziative locali contro l’esistenza del carcere.
Odio il carcere