Comunicato maggio ’96

NO ALLE MISURE PREVENTIVE DI PUBBLICA SICUREZZA CONTRO I GIOVANI DEI CENTRI SOCIALI ROMANI


La legge 27/12/1956, n. 1423, riguarda le “Misure di prevenzione nei confronti delle persone pericolose per la sicurezza e per la pubblica moralità, offre cioè alla polizia la possibilità di disporre misure di sorveglianza speciale rispetto agli individui considerati socialmente pericolosi . Tali misure di sorveglianza consistono nell’obbligo di firma, nel divieto di circolazione serale e notturna, addirittura nel soggiorno obbligato. Vengono applicate a chi è socialmente pericoloso senza bisogno del riscontro di reati effettivi, cioè senza condanne penali, ma solo sulla base di ciò che la polizia considera “cattiva condotta”.
Vengono inflitte dal giudice di sorveglianza su proposta della Questura se si ritiene che il soggetto sia “dedito a traffici delittuosi o metta in pericolo la tranquillità pubblica”. Colpiscono non il reato ma il “soggetto criminale”, ovvero la persona considerata tale per le ragioni più varie e senza bisogno di riscontri oggettivi. Un linguaggio, quello delle misure di sicurezza e delle misure di prevenzione, tornato purtroppo attuale in tempi recenti con le norme sull’espulsione contenute nel decreto Dini sugli immigrati. Questa legge, nata nel clima anticomunista degli anni ’50 e già di per sè di dubbia costituzionalità, viene utilizzata attualmente, di solito, contro i mafiosi. Oqqi la Questura di Roma ha avviato le procedure di sorveglianza speciale per 5 militanti dei centri sociali romani La Torre, Corto Circuito, Hai visto Quinto, presi nell’elenco degli 85 denunciati l’11 luglio 1995 durante lo sgombero violento del Csoa La Torre.
Si rischia, con questi atti, di creare le condizioni obiettive per l’avvio di una campagna intimidatoria, mirata ad inibire l’attività politica e la libertà di movimento non solo dei singoli individui colpiti dal provvedimento, ma di tutti i militanti e frequentatori dei centri sociali. Forse qualcuno pensa già a nuovi sgomberi come quello di un anno fa alla Torre. E non ci sarebbe da stupirsi, nel momento in cui il Comune di Roma disattende gli impegni presi nel 1994, dopo l’elezione di Rutelli: su trenta centri sociali nessuno è stato assegnato – come promesso -agli occupanti. Sono stati mandati, inoltre, da più parti, segnali di sfratto e di sgombero ad almeno sei centri sociali romani, La Torre, La Strada, il Vittorio Emanuele, il Villaggio globale, Pirateria, Forte Prenestino. In ogni caso è inaccettabile la messa sotto tutela – tanto più evidente perchè condotta sulla base di sole misure di polizia di coloro che s’impegnano quotidianamente nei loro quartieri nella lotta all’emarginazione, alla solitudine, alla disoccupazione, al razzismo, allo spaccio di eroina.

CHIEDIAMO L’IMMEDIATA REVOCA DELLE MISURE DI PREVENZIONE NEI CONFRONTI DEI GIOVANI DECHIEDIAMO DI ACCELERARE LE PROCEDURE DI ASSEGNAZIONE DEI LOCALI AI CENTRI SOCIALI ROMANI, NON SOLO PER RICONOSCERE LA LORO FUNZIONE NELLA CITTA’, MA ANCHE PER RIMUOVERE LE CONDIZIONI CHE RENDONO POSSIBILI AZIONI REPRESSIVE NEI LORO CONFRONTI, IN PARTICOLARE PER QUANTO RIGUARDA IL CASO DEL CSOA LA TORRE DI CASAL DE’ PAZZI. I CENTRI SOCIALI, PERCHE’ CON ESSE VENGONO MESSE IN DUBBIO LE LIBERTA’ E I DIRITTI POLITICI DI TUTTI.

CHIEDIAMO DI ACCELERARE LE PROCEDURE DI ASSEGNAZIONE DEI LOCALI AI CENTRI SOCIALI ROMANI, NON SOLO PER RICONOSCERE LA LORO FUNZIONE NELLA CITTA’, MA ANCHE PER RIMUOVERE LE CONDIZIONI CHE RENDONO POSSIBILI AZIONI REPRESSIVE NEI LORO CONFRONTI, IN PARTICOLARE PER QUANTO RIGUARDA IL CASO DEL CSOA LA TORRE DI CASAL DE’ PAZZI.

CHIEDIAMO AL COMUNE DI ROMA DI IMPEGNARSI ATTIVAMENTE SULLA VIA DEL DIALOGO E DELLA TRATTATIVA CON I CENTRI SOCIALI.

CSOA LA TORRE