Lettera Aperta del CSOA LA TORRE
7 maggio 1996
Il giorno 2 maggio le commissioni Bilancio e Cultura del Comune di Poma hanno espresso parere favorevole all’assegnazione all’università “La Sapienza” dello stabile occupato da Centro Sociale “La Torre”. L’ operazione è stata gestita dall’assessore al Patrimonio Angelo Canale che ha falsamente assicurato alle commissioni di avere avuto un dialogo con noi e di avere ottenuto la nostra disponibilità a lasciare lo stabile in cambio di uno spazio alternativo Assicurazione accolta senza riserve da tutti i componenti delle 2 commissioni che, in modo perlomeno sospetto, non hanno rilevato la condizione di ambiguità dell’essere chiamati ad esprimere un parere politico sull’assegnazione dello stabile in assenza di coloro che da due anni occupano e gestiscono il posto, accontentandosi della presenza dei responsabili universitari interessati. Tutto ciò è in contrasto con l’esigenza ampiamente espressa dai rappresentanti comunali, fin dall’inizio della nostra occupazione, di avere un dialogo diretto con noi, in contrasto con la chiara presa di posizione (la dichiarazione dei Capigruppo Consiliari del Pds, Verdi e dei Comunisti Unitari del 28 Luglio 1995) avvenuta dopo il violento sgombero dell’11 Luglio ’95, che garantiva che lo stabile sarebbe stato assegnato a chi lo ha reso aqibile recuperandolo dallo stato di grave abbandono in cui versava da otto anni, nei quali nè il Comune, nè alcuna altra realtà cittadina si sono fatti carico di provvedere alla situazione di degrado e marginalità (spaccio di sostanze stupefacenti e piccola criminalità)che si era determinata all’interno e del conseguente disagio e disturbo di questo nel quartiere.
Tenendo presente:
– che il Comune di Roma preferisce svendere un proprio immobile all’università senza mantenere la destinazione ad uso sociale come invece si era proposto, poiché la gestione dello spazio da parte dell’ università é finilizzata ad attività amministrative e di formazione che escludono ogni altro tipo di attività sociale, politica e culturale svolta in questi due anni dagli occupanti quali: gli incontri di discussione e scambio culturale con cittadini del Sud del mondo; le attività di contatto e scambio con la difficile realtà Rom della V Circoscrizione; le attività inerenti alla questione “immigrazione” (corso di formazione per aprire uno sportello legale di consiglio e sostegno agli immigrati, corso di francese tenuto da un professore tunisino); l’analisi delle molteplici condizioni di disagio giovanile soprattutto inerenti alla tossicodipendenza e all’AIDS (corso di formazione per aprire un centro di ascolto e prevenzione nel centro sociale) ; le iniziative “territoriali” : le attività con i bambini, il cinema, la birreria e sala da the, i concerti e la diffusione di materiale autoprodotto… . Attività la cui validità è stata ampiamente riconosciuta dalle autorità comunali e circoscrizionali, nonché dalla forte partecipazione del quartiere;
-che questa giunta ha puntato la propria campagna elettorale sull’utilizzo del patrimonio pubblico a fini sociali e ricreativi e per questo ha avviato dialoghi e trattative con pi~i realtà associazionistiche e di libero intervento sul territorio, ma infine sempre mettendoli in secondo piano di fronte alle proprie “emergenze” economiche ;
-che l’ università ha più volte in passato richiesto ed ottenuto l’utilizzo di stabili (con il loro conseguente sgombero ed eliminazione di ogni attività precedente) senza mai farne alcun uso, lasciandoli in uno stato di degrado e abbandono (come l’edificio di p.zza dei Siculi) e che la stessa università ha avuto più volte l’occasione, soprattutto nel ’92, di potere usufruire dello stabile La Torre senza mai accettare l’offerta propostagli dalla V Circoscrizione, ma interessandosene solo in questa precisa condizione di conflittualità, dopo che gli occupanti con le proprie attività hanno risvegliato l’attenzione delle autorità in merito all’uso dell’ edificio con l’inevitabile emergere di vari interessi speculativi; che la richiesta dello stabile fatta dall’università è stata avallata da un ennesimo tentativo, da parte di pochi isolati e potenti cittadini del quartiere, di impedire che le attività del Centro Sociale vengano portate avanti; infatti più volte si è cercato di ostacolarci mobilitando la Magistratura con pretestuosi motivi di ordine pubblico e presunta inabilità dell’edificio, determinano i gravi sgomberi del Gennaio ’95 e del Luglio’95, quest’ultimo costato ben 85 denuncie e tra tutti i capi d’imputazione quello di associazione a delinquere. Gli stessi cittadini ( il comitato Nomentano 10) oggi premono sul Comune, avendo individuato nell’assegnazione all’ università una soluzione “comoda” che potrebbe garantire il loro “quieto vivere”, indicando , tra l’altro, quella che è stata più volte la risposta politica comunale, ovvero la ricerca ad ogni costo, non della risoluzione di un conflitto, ma della sua normalizzazione nel territorio;
-che questo Centro Sociale è stato dunque oggetto di ripetuti attacchi promossi dalla destra di questa città, infatti identifichiamo così l’azione della Magistratura avvenuta a più riprese, gli incendi dolosi opera di ignoti del Febbraio ’96 e i colpi di arma da fuoco del Luglio ’94;
A seguito dell’ impegno e della fatica che hanno contraddistinto il nostro lavoro per costruire questo Centro Sociale e rendere lo stabile della Torre un importante punto di aggregazione e di iniziativa politica nel territorio: Rifiutiamo di essere messi in secondo piano rispetto alle esigenze del bilancio comunale Rinnoviamo la nostra volontà di contintinuare in questo luogo la nostra esperienza di occupazione ed autogestione, non volendo rinunciare alle attività che hanno reso vivo questo posto nonché il Centro Sociale nel quartiere e nella nostra città.
Comunicato 7 maggio ’96
27/03/2011 documenti